È ritornata in libreria Louise Erdrich, una delle nostre autrici del cuore.
Forse la ricordate per “La casa tonda” con cui nel 2012 ha vinto il National Book Award o per “Il guardiano notturno”, premio Pulitzer nel 2021. Di madre Chippewa, vive a Minneapolis dove è proprietaria di una piccola libreria indipendente, la Birchbark Books.
Con “L’anno che bruciammo i fantasmi”, edito da Feltrinelli Editore e tradotto da Andrea Buzzi ci racconta una storia di fantasmi e di discriminazioni. Tookie, la protagonista, una donna nativa americana di mezza età con un passato difficile, scopre in prigione l’amore per i libri. Così, una volta libera, inizia a lavorare in una libreria di Minneapolis, dove deve fare i conti con il fantasma di Flora, una cliente abituale che il 2 novembre muore improvvisamente proprio mentre sta leggendo un libro. Ma lo spirito di Flora e il mistero che lo avvolge non è l’unico presente. Il passato che torna, l’ingiustizia sociale e la violenza nei confronti delle minoranze etniche sembrano perseguitare Tookie, Minneapolis e gli Stati Uniti. Di questo libro ho amato parecchie cose: l’ambientazione (la storia si svolge in Minnesota, in una piccola libreria indipendente con una porta azzurra e un confessionale), il rapporto bellissimo tra Tookie e Pollux, l’amore della sua vita, la lista dei libri di Tookie alla fine del libro, suddivisi in diverse sezioni da cui trarre tanti spunti di lettura interessanti. Sempre di Tookie il suo umorismo molto nero e molto divertente. Non da ultimo, il fatto che la storia si apra e si chiuda con un dizionario, a riprova del fatto che le parole e i libri, nella vita, possono essere davvero molto importanti!