Con “Quando tutto è detto” l’irlandese Anne Griffin ci ha regalato, qualche anno fa, Maurice Hannigan, un personaggio meraviglioso che, con i suoi cinque brindisi a cinque persone e a cinque ricordi della propria vita, ci è rimasto nel cuore per molto tempo.
Lo stesso è avvenuto con “L’isola della nostalgia”, pubblicato in questi giorni da Atlantide Edizioni con la traduzione di Bianca Rita Cataldi.
Rosie non riesce a rassegnarsi alla scomparsa della figlia, nonostante siano passati otto anni. Questo fino a quando accetta di tornare nella piccola isola irlandese dove è nata per aiutare suo padre a gestire la barca di famiglia, di cui lei da giovane è diventata capitano.
Trovo che la Griffin sia molto brava a scrivere storie emotivamente complesse e coinvolgenti, dolorose certo, ma anche piene di speranza.
In questo caso è il profondo legame con la piccola isola irlandese di Roaring Bay, con il padre, con la barca di famiglia ad aiutare Rosie a riprendere in mano la propria vita nonostante il mistero della scomparsa della figlia che ci accompagna fino all’ultima pagina.
Bellissime le descrizioni dei luoghi, degli abitanti dell’isola e dei paesaggi.
Un’altra storia da portare nel cuore.