Questa è la storia della principessa Miasarai e di Tuononsarò, il figlio del giardiniere. Alla loro amicizia, che diventa amore, si oppone una strega che trasforma Tuononsarò in un fiore. Presto però il fiore si secca lasciando un seme che contiene il suo battito. Per ridargli la vita, la principessa dovrà piantarlo nei giardini di Arid, una città pietrificata, grigia e abbandonata per colpa di un maleficio. Per sette lunghe estati la principessa si avventurerà cercando Arid. Dietro di lei, a sua insaputa, il buffone di corte la segue per proteggerla.
Una favola incantata con re, regine, giullari, nani, streghe e incantesimi. Piena di emozioni, di amore e speranza. Piena anche di storie dentro le storie, raccontate dagli abitanti superstiti di Arid.
Leggendola sembra di ascoltare un cantastorie stretti intorno a un falò.
L’ha scritta Paul Biegel, olandese, tra i migliori autori di libri per bambini.
L’ha riscoperta @lanuovafrontiera e l’ha tradotta Valentina Freschi.
“Anche la fanciulla si voltò e imboccò il piccolo sentiero che partiva dalla riva. Le scarpette d’argento erano zuppe d’acqua e la gonna le si era incollata alle ginocchia. Dritta davanti a lei c’era la città inerte. Con alte mura e alte torri, senza colore nell’oscurità, senza neanche un’unica, piccola luce. Era la città perduta di Arid, di cui nessuno aveva più memoria. Chi era quella fanciulla? Perché andava in quella città silenziosa e pietrificata e cosa portava alla catenina d’argento che aveva al collo?
È una vecchia storia, ma è arrivato il momento di raccontarla”.